A circa tre anni dal lancio
delle linee guida di Riforma Terzo Settore i provvedimenti attuativi giungono
al traguardo.
Una riforma importante che
riguarda più di 300.000 organizzazioni associative, cooperative e di
volontariato e che coinvolge più di 6 milioni di cittadini che dedicano tempo
all'impegno volontario.
La nuova normativa mette a
disposizione del Terzo Settore risorse pari a 190 milioni che saranno investite
in nuovi incentivi fiscali, nella nascita di un Fondo progetti innovativi,
nello sviluppo del Social bonus, nel lancio dei Titoli di solidarietà, oltreché
in un incremento della dotazione del Fondo per il Servizio Civile in modo da
accrescere, anche per il 2018, i posti disponibili per i giovani che lo
vogliono fare.
Un ruolo essenziale nella
nuova regolazione sarà incentrato sul Registro Unico del Terzo Settore: uno
strumento che sarà avviato, gestito e aggiornato dalle Regioni ma che
utilizzerà un'unica piattaforma nazionale.
L'obiettivo è il
superamento della frammentazione e dell'opacità dei troppi registri oggi
esistenti: l'accesso al Fondo progetti, al cinque per mille, agli incentivi
fiscali sarà possibile solo attraverso l'iscrizione al Registro.
Con il decreto sull'impresa
sociale, l'Italia si dota di una normativa particolarmente innovativa:
ampliamento dei campi di attività (commercio equo, alloggio sociale, nuovo
credito, agricoltura sociale, ecc.); possibile, seppur parziale, distribuzione
degli utili e soprattutto incentivi all'investimento di capitale per le nuove
imprese sociali: il 30% dell'investimento potrà essere fiscalmente deducibile o
detraibile analogamente a come avviene oggi per le startup innovative
tecnologiche. Nel mese di luglio prenderà altresì avvio il Fondo di garanzia e
per il credito agevolato dedicato proprio alle imprese sociali. Il Fondo ha una
dotazione di 200 milioni.
Il Governo con questo
provvedimento intende investire sull'innovazione sociale, in modo da rispondere
a tanti i nuovi bisogni legati all'invecchiamento della popolazione,
all'integrazione dei migranti, allo sviluppo della formazione permanente e
all'inclusione dei cittadini più vulnerabili.
Infine il cinque per mille.
Il decreto porta a compimento la riforma strutturale iniziata con la Legge di
Bilancio 2015, che ha attribuito risorse in modo stabile per 500 milioni
all'anno. Ora si tratta di accelerare i tempi di erogazione, introdurre criteri
innovativi nel riparto delle risorse e rendere del tutto trasparente l'utilizzo
delle risorse da parte dei beneficiari.
Slide di
riepilogo su Codice del Terzo Settore, impresa sociale e
cinque per mille
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